Evita il maschile sovraesteso
Il Manifesto del Linguaggio Inclusivo: non si ferma il viaggio nella comunicazione consapevole.
"Consiglio 3 — Evita il maschile sovraesteso
Quando non è possibile utilizzare termini neutri e ampi, usa anche il femminile. Ricorda che quello che non nomini, non esiste”
Quando comunichiamo, evitiamo l’uso del maschile sovraesteso, cioè l’abitudine di usare il maschile per riferirsi a gruppi misti o indeterminati. Scegliere parole inclusive e plurali significa riconoscere la presenza, i ruoli e i contributi di tutte le persone.
Come fare in pratica:
- quando possibile, scegliamo forme neutre, optando per sostantivi e aggettivi non marcati dal genere. Evitiamo le generalizzazioni e l’uso del maschile per indicare gruppi eterogenei, preferendo invece termini più inclusivi, capaci di rappresentare tutte e tutti.
Esempi: il personale, le persone presenti, chi partecipa, la cittadinanza, invece di i dipendenti, i presenti, i partecipanti, i cittadini;
- se non è possibile, nomina sia il femminile sia il maschile: Buongiorno a tutte e tutti, care e cari colleghe e colleghi, benvenute e benvenuti.
Usare parole che includono non è una questione di forma, ma di riconoscimento e rispetto.
Nelle comunicazioni, alternare i generi o variare le formule aiuta a rendere il linguaggio più equo e rappresentativo.
La lingua evolve insieme alla società: renderla più inclusiva significa costruire spazi in cui ciascuna e ciascuno possa sentirsi parte.