Chiama le cose con il loro nome
Il Manifesto del Linguaggio Inclusivo: un impegno da scoprire passo dopo passo

Nel nostro cammino verso la certificazione della parità di genere e una cultura aziendale sempre più inclusiva, vogliamo presentarvi il Manifesto del Linguaggio Inclusivo: uno strumento pensato per riflettere sul potere delle parole e sul loro impatto nella vita quotidiana e lavorativa.
Ma non lo sveleremo tutto subito.
Il Manifesto verrà condiviso in modo progressivo, con un appuntamento dedicato a ciascuna delle sue 5 regole fondamentali. Un lancio graduale, perché le parole creano realtà, e per trasformare davvero la cultura aziendale – e non solo – servono tempo, partecipazione e confronto.
Ogni tappa sarà un’occasione per:
• approfondire un principio;
• riflettere su un comportamento;
• proporre un cambiamento concreto.
Crediamo infatti che la consapevolezza nasca dalla pratica quotidiana.
Con questo percorso vogliamo accompagnarvi passo dopo passo, coinvolgendo tutte e tutti nella costruzione di un ambiente più inclusivo, rispettoso e accogliente.
Consiglio 1 – Chiama le cose con il loro nome
Usa i femminili professionali quando esistono:
direttrice, avvocata, ingegnera, collaboratrice…
Se suonano strani, è solo perché non siamo abituati a sentirli”
Le parole non sono mai neutre: contribuiscono a definire la realtà che viviamo.
Un primo passo semplice ma efficace per rendere il linguaggio più inclusivo è proprio quello di usare il femminile quando parliamo di ruoli professionali ricoperti da donne.
Spesso termini come direttore, avvocato o ingegnere vengono usati al maschile anche quando si parla di donne. Questo accade perché, per tradizione, la lingua italiana ha privilegiato le forme maschili. Ma è tempo di cambiare.
Perché usare i femminili professionali?
• Per dare visibilità alle donne nei loro ruoli e competenze.
• Perché non è un vezzo linguistico, ma un modo per rappresentare la realtà.
• Se parole come ingegnera o avvocata suonano insolite, è solo questione di abitudine. E proprio per questo, è importante iniziare a usarle con naturalezza.
Anche come Cassa Rurale, stiamo mettendo in pratica – un po’ alla volta – questi principi.
Ad esempio, nei verbali del Consiglio di Amministrazione o del Collegio Sindacale, abbiamo iniziato a utilizzare espressioni come:
• la consigliera;
• l’amministratrice indipendente.
Piccoli gesti che, partendo dal linguaggio, segnano un cambiamento e ci accompagnano verso un’organizzazione più equa, rappresentativa e consapevole.